Chi sono

Piacere, mi chiamo Andrea Cabassi, come penso si possa intuire dal nome del sito e altri riferimenti sparsi un po’ ovunque. Sono nato a Parma nel 1975 e, fino a qualche anno fa, ero manager di multinazionale con esperienza specifica in Project Management.

Dal 1998 soffro di rettocolite ulcerosa, malattia autoimmune cronica intestinale catalogata tra le cosiddette “invalidità invisibili”. Pillole, supposte, colonscopie – una discreta rottura di coglioni.

Sono uno scientifico, tecnologo alimentare per la precisione. Da sempre viaggi, cambiamento e curiosità mi appassionano. Ho recitato a teatro, suonato, creato oggetti d’arredamento, fotografato, scritto, insomma, ho fatto diverse cose. Dovevo compensare la mancanza di creatività sul lavoro.

Nel 2015, a 40 anni, con una carriera ben avviata e una vita che rientrava nei parametri di una felice normalità, non mi sentivo sereno. Incastrato tra le aspettative sociali - studia, trova un lavoro, sposati, prolifica e tutto il resto - nonostante la malattia ho mollato tutto per salire su un aereo e seguire “quel che mi diceva la pancia”.

La prima tappa della mia nuova vita è stata un impiego a Dubai, ben presto rivelatasi preludio alla vera, grande, metamorfosi interiore. Arrivare a quel cambiamento e viverlo è stato strepitoso e difficilissimo (ho pianto un bel po’). Così ho deciso di scriverci un libro dal titolo ”Permettimi d’insistere – Ho cambiato vita a 40 anni" con l’idea che potesse essere utile a qualche altra anima “inquieta”.

E poi…

Dopo il cambiamento c’è stata la presa di coscienza, ho trovato il coraggio di licenziarmi e utilizzare i miei risparmi per realizzare il mio grande sogno: partire con un biglietto di sola andata e lasciarmi lentamente trasportare da eventi, incontri, curiosità e istinto.

Il risultato è stato un viaggio insieme alla mia malattia, a una sporta di farmaci e al resto del mondo, via terra, in Sudamerica, che ho interamente attraversato da sud a nord in 299 giorni, a piedi, in autostop e coi mezzi pubblici. L’ho raccontato in Non so se mi spiego – Da manager a Dubai a viaggiatore in Sudamerica.

Ad avventura conclusa ho scelto di giocarmela tutta: non tornare più al mondo corporate. Allo stesso tempo però desideravo fare del mio meglio per migliorare la vita delle persone. Quindi mi sono messo in azione con l’obiettivo di trovare il modo di farlo in modo da generare contemporaneamente un reddito sufficiente ed etico per sostenere il mio nuovo stile di vita. Due piccioni con una fava. Ho quindi trascorso 4 mesi tra Parma e Palermo per scrivere e frequentare una scuola di coaching.

Tra il 2019 e il 2020 sono andato alla scoperta del Sudest asiatico per 8 mesi e mezzo, fino a quando l’emergenza Covid-19 mi ha costretto a rientrare in Europa. Nell’autunno del 2020 ho intrapreso e concluso il cammino di Santiago.

Adesso faccio base in Portogallo, domani, non so.

I miei valori

Etica – Agire sempre con onestà e integrità morale nel rapporto con tutti gli stakeholders, senza approfittare della debolezza delle persone per il proprio tornaconto, rispettando e pretendendo rispetto.

Autocritica – Porsi continuamente domande su come migliorarsi e migliorare i propri prodotti/servizi. Mantenere un costante atteggiamento di mentalità aperta, per accettare e fare tesoro delle critiche.

Costante Formazione – Non smettere mai di studiare e formarsi per offrire prodotti sempre più completi e al passo coi tempi. Sperimentare su se stessi ciò che offriamo al mercato.

Concretezza – Puntare dritti al nocciolo delle questioni senza sprecare tempo in dettagli dal basso valore aggiunto (vedi legge di Pareto 80:20). Parafrasando: fare succedere le cose.

Coerenza – Essere un esempio che dimostri l’effettiva possibilità di assumere il controllo della propria vita per realizzare ciò che si desidera.

Resilienza – Prevenire periodi di difficoltà e allenare la capacità di affrontarli e superarli, partendo dal principio che qualsiasi situazione è temporanea.

Equilibrio – Mantenere un adeguato equilibrio tra vita professionale ed extraprofessionale. Uno sbilanciamento porterebbe a un calo di performance su entrambi i versanti.

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